martedì 17 marzo 2015

I principali segni

Continua il percoso di etologia del cane e del gatto e l'interesse diventa sempre più alto. Parlare dei segni significa avere osservato bene i nostri animali e capito  la differenza tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Tutti sanno riconoscere un segno ma non tutti possono sapere  se è fisiologico oppure  patologico. Quali dunque i segni da riferire al nostro veterinario? E  quando sarà il caso di eseguire interventi di aiuto ? Il corso prevede incontri in cui dapprima si cercherà di conoscere meglio come comunicano il cane ed il gatto, successivamente ci chiederemo quali predisposizioni comportamentali hanno le diverse razze per scoprire chi abbiamo in realtà adottato. Il segno sarà infine il tema delle  specifiche problematiche .

mercoledì 26 novembre 2014

Quando la conoscenza si integra con la passione


Spesso ci lasciamo coinvolgere dalle passioni senza considerare tutte le conseguenze che ne possono derivare. Con questo corso ci poniamo come obiettivo quello di  rallentare e riflettere bene. Affrontare una nuova adozione o porre rimedio ad eventuali errori di gestione dei nostri pet è indispensabile. Ogni animale deve essere rispettato nei suoi bisogni che non coincidono purtroppo con i nostri. Siamo sempre di fretta, il lavoro ci toglie tanto tempo dalla casa ma il desiderio di tornare e trovarci i nostri animali prevale. Quando posso  allora permettermi di adottare un animale?  Come essere un proprietario responsabile? Tutte queste tematiche saranno chiarite durante il corso che ci aiuterà un pò ad aprire gli occhi sul mondo del cane e del gatto.

venerdì 31 ottobre 2014

Il cane ideale

Come lo vogliamo il nostro cane?

Spesso l'idea che il proprietario ha del suo cane risulta molto diversa dalla realtà canina.
Il cane simpatico, bello, fedele, intelligente e pure buono è diventato il frutto di modi di pensare errati dove l'intelligenza umana viene fatta coincidere con quella del nostro animale e dove la somiglianza con noi viene esagerata. L'ambiente urbano  ha favorito l'antropomorfizzazione dell'animale da compagnia e questo ha portato a considerare il cane come fosse un bambino facendogli vivere esperienze che non rispondono alle sue esigenze etologiche.
Il cane ha una grande capacità di adattarsi alle diverse situazioni, impara ed utilizza la sua intelligenza per affrontare le diverse problematiche che incontra. Il cane pensa e lo fa in funzione dei suoi peculiari bisogni.
Sta nel proprietario conoscere e capire quali siano per aiutarlo a meglio integrarsi nella società senza rinunciare alla sua natura.


Quando decidiamo di adottare un cucciolo di cane prepariamoci allora molto bene! Chiediamo informazioni al nostro veterinario che ci potrà dare consigli ancora prima del suo arrivo. Sapremo impostare un buon rapporto e organizzare una buona convivenza nella nostra casa rispettando le sue esigenze etologiche.


martedì 28 ottobre 2014

Educare il cane

Il progetto educativo per il nostro cane non deve essere attuato nella gestione dei momenti di emergenza ma deve essere programmato e vissuto con lui. E' necessario organizzare delle attività che lo portino a preferire comportamenti che noi definiamo educati rispetto ad altri nei quali egli decide in modo autonomo con l'istinto e l'impulsività e che non sono corretti.
Le parole addestramento ed educazione sono spesso usate come sinonimi, come se un cane ben "addestrato" avesse le stesse competenze di un cane ben "educato". In realtà si tratta di due cose diverse.
Addestrare un cane significa renderlo capace di svolgere specifici compiti, o di avere reazioni precise a particolari situazioni. Sono cani addestrati quei cani che fanno parte delle forze dell'ordine, quelli usati in ambito umanitario in missioni da soccorso, questi cani hanno dei compiti importantissimi e senza di loro sarebbe difficile portare aiuto.
Educare un cane invece significa correggere i suoi comportamenti in modo da rendere più facile il suo inserimento all'interno della società. Questo naturalmente è positivo perchè sarà capace di vivere con serenità in contesti diversi, in ambienti dove persone ed animali non rappresentino per lui un problema. Le esperienze con il suo proprietario saranno molte di più rispetto ad un cane non educato e sarà più accettato in società.
Il consiglio per ogni cane di razza o meticcio è quello di fornigli una buona educazione di base. Se il cane impara esercizi semplici come " il seduto","a terra", "fermo", a non saltare addosso alle persone ecc... sicuramente ci sarà maggior capacità di controllo da parte del suo padrone che nei vari contesti gli dirà cosa deve fare.
Gli insegnamenti cinofili richiedono l'aiuto di professionisti qualificati che sappiano accompagnare il cane ed il suo padrone migliorando e rinforzando la loro relazione.

Per fare questo le esperienze vissute con il cane devono essere pianificate attraverso associazioni positive, negative ed evocati. E' importante allora favorire una vita piena di esperienze positive fin da cuccioli soprattutto durante il periodo sensibile e nella fase di socializzazione quando imparano a conoscere cose nuove che saranno in futuro evocate.
Come proprietari dobbiamo agevolare il nostro cane facendogli scoprire il beneficio che potrà ottenere attraverso un certo comportamento che dovrà essere scoperto come conveniente per lui. Essere delle guide o imparare a diventarlo con l'aiuto di un educatore ci porterà ad una situazione ideale dove noi diremo che il nostro cane è educato mentre lui avrà semplicemente scoperto molte situazioni favorevoli.

http://www.petfamily.it/data/00Rivista/11-Novembre/HTML/index.html

sabato 25 ottobre 2014

Il mio gatto lo sa !

Per le future mamme alcuni utili consigli al fine di favorire una serena convivenza tra il gatto e il neonato:
• Coinvolgere il gatto durante l’allestimento della cameretta del bambino e consentire all’animale l’ingresso alla stanza in libertà o quando Mamma e Papà sono presenti. Così facendo, la curiosità della “camera proibita” scemerà rapidamente!
• Poiché numerosi gatti gradiscono riposare nella culla, è opportuno predisporre numerosi luoghi di riposo (cuccette, scatole di cartone, in bella vista o nascosti secondo le preferenze del gatto) nella cameretta cos. che l’animale possa acciambellarvisi con tranquillità!
• Mostrare al gatto, qualche settimana prima dell’arrivo del bambino la carrozzina sia immobile, collocata in differenti stanze dell’abitazione, sia in movimento all’interno delle mura domestiche. Così facendo, l’animale imparerà a non avere paura di quest’oggetto!
• Lasciare che il gatto si avvicini al bambino e lo annusi spontaneamente, senza forzarne l’interazione e il contatto.
È opportuno evitare di alzare la voce (o gridare), sollevare e spostare rapidamente il bambino o voltarsi di scatto all’arrivo dell’animale per non preoccupare o spaventare il gatto!
• Limitare, durante i primi giorni dopo la dimissione, la presenza dei parenti a quelli maggiormente conosciuti dal gatto in modo che la famiglia possa “conoscersi” in tutta tranquillità!
• Coinvolgere il gatto (se questi lo desidera) nella cura del neonato chiamandolo quando il piccolo si sveglia, piange, è allattato, deve essere cambiato e cos. via. Inoltre, è opportuno interagire con l’animale (coccole, giochi, bocconcini) durante i periodi di veglia del neonato. All’arrivo di parenti e amici, questi saluteranno dapprima il gatto e solo in un secondo tempo il bambino. Cos. facendo, l’animale si sentirà parte del gruppo e integrerà rapidamente il nuovo arrivato nella famiglia!
• Distogliere l’attenzione del neonato dal gatto fin dai primi giorni dopo l’arrivo a casa, coinvolgendo il bambino in altre attività spiegando che “il micio ha bisogno di fare la nanna” o “ sta mangiando”. Così facendo, quando il bimbo inizierà a gattonare, rispetterà anch’egli gli spazi dell’animale prevenendo la comparsa di eventuali comportamenti di aggressione difensiva!
Un grazie alla dott.ssa Giussani che li ha suggeriti.


giovedì 17 luglio 2014

I sensi nel gattino

                                                                                   Percezione visiva
Le palpebre nel gattino si aprono in media verso il 9° giorno. L'occhio è immaturo e poco funzionale in partenza mentre verso il 21° giorno lo diventa.
A 22-28 giorni il gattino può toccare gli oggetti con la zampa pur fissandoli con lo sguardo.
Tra il 25 e il 35° giorno acquisisce la capacità di evitare il vuoto e gli ostacoli. Il colore dell'iride cambia verso il 25° giorno. La maturazione dell'occhio e del sistema nervoso ottico continua fino al 4° mese.
Percezione uditiva
L'udito è il senso più sviluppato nel gatto. La preda viene localizzata prima tramite l'udito poi tramite la vista. Il gatto ha due vantaggi:
1- Percepisce gli ultrasuoni fino a 60 Khz o addirittura 100 Khz (necessità di intercettare quelli dei piccoli roditori), mentre l'uomo sente i suoni fino a 20 Khz.
2- I padiglioni auricolari a forma di cono sono ideali per captare i suoni, aumentano 2,3 volte la potenza dei segnali. Il numero delle fibre nervose che conducono i suoni al cervello è  superiore a quello dell'uomo.
 
Percezione olfattiva
Una certa sensibilità olfattiva è presente alla nascita e serve al gattino per orientarsi verso la madre.
L'epitelio olfattivo è relativamente ampio, coprendo una superficie di circa 20 cm2 in confronto ai 2-4 cm2 dell'uomo.
Rispetto all'uomo il gatto ha un numero di cellule nervose legate all'olfatto 4 volte superiore, e sente molto meglio di noi ma meno del cane.
                                                                              
                                                                                 Percezione tattile
Il tatto è essenziale nell'organizzazione dei riflessi di sopravvivenza del neonato La tolleranza al contatto è molto variabile da gatto a gatto.
Il gatto è fornito di sensori tattili molto sensibili, le vibrisse: a livello di rima naso-labiale, al di sopra degli occhi e sotto le orecchie, vicino all'angolo della mascella, e a volte a livello del carpo. Esse danno un'idea precisa della larghezza di un passaggio. La sensibilità al calore nel gatto è molto particolare infatti il corpo del gatto è a una situazione confortevole ad un calore radiante di oltre 50°.                                                                      
                                                                       Gusto
Non è molto studiato nel gatto. Recettori per il gusto sono stati trovati sulle papille linguali, sull'epiglottide, palato molle, labbra, parete buccale e faringe.
La punta ed il margine anterolaterale della lingua sembra essere più sensibile al salato.
La base e la porzione posterolaterale della lingua è più sensibile all'amaro.
Le altre regioni sono sensibili all'acido tranne la parte dorsale centrale.
La sensibilità al dolce è molto scarsa e ciò è spiegabile con la dieta prettamente carnivora del gatto.



mercoledì 16 luglio 2014

Osserviamo i nuovi micetti appena nati

Il periodo neonatale. Alla nascita i gattini hanno ancora le palpebre chiuse come pure un sistema uditivo poco sviluppato. La mamma gatta è fondamentale per provvedere alle necessità dei suoi piccoli e  oltre al nutrimento fornisce loro il calore necessario per vivere. I gattini attraverso i sistemi sensoriali tattili si spingono verso il pelo materno tramite il riflesso di intrusione fino a trovare la linea mammaria, poi sempre attraverso il riflesso di suzione iniziano ad alimentarsi. Nei primi  dieci giorni  di vita l'attività reflessogena è predominante e la mamma gatta stimola con il leccamento il riflesso perineale che provoca l'emissione di urina e feci. In questo periodo i gattini dormono moltissimo fino al 9o% della giornata, questo permette a loro di crescere e di completare lo sviluppo neurologico.
Periodo di transizione. Dopo le prime due settimane i gattini iniziano ad esplorare il mondo grazie alle percezioni visive ed uditive. Essi iniziano a  socializzare dapprima tra fratelli poi pure con l'ambiente che li circonda compresi l'uomo ed altre specie animali ( socializzazione intraspecifica ed interspecifica). 
Sembra che la socializzazione intraspecifica sia raggiunta con maggior facilità quando il gattino proviene da una cucciolata di almeno 4 piccoli e rimane con i fratelli fino a 12 settimane e se in questo lasso di tempo viene frequentemente in contatto con gatti adulti.
La socializzazione interspecifica  dei gattini verso le persone è facilitata dall'interazione tattile e vocale con il piccolo da due settimane di età in un contesto positivo in presenza della madre (chiaramente socializzata) toccandolo lungo tutto il corpo e trattenendolo gentilmente. Queste precoci interazioni faciliteranno i piccoli ad avere  atteggiamenti amichevoli ed affettuosi verso le persone.
Lo svezzamento ed il distacco si avranno a partire dalla quarta settimana fino alla settima. Verso le otto settimane avremo la possibilità di dare in adozione i gattini perchè già autonomi nelle loro funzioni di vita in grado cioè di alimentarsi, di eliminare nella cassetta, di correre e giocare.
La mamma gatta nei primi due mesi infatti ha dato loro la possibilità di essere autonomi, equilibrati, capaci di controllarsi nei movimenti, nel morso,  nel graffio, svolgendo quindi un ruolo di tipo educativo fondamentale .