Alcuni consigli possono aiutare proprietari ed animali a migliorare e sopportare meglio la situazione. Lasciate il vostro cane in casa e non nel giardino dove oltre al rumore potrebbe spaventarsi per gli effetti di luce e lampi improvvisi. Preso da una reazione inconsulta, potrebbe fuggire scavalcando il recinto per poi vagare disorientato per strada. In casa il cane avrà la sua cuccia che dà sempre un certo conforto; se poi ne avesse più di una, sarebbe opportuno posizionare la prediletta nel punto più riparato della casa magari tenendo le finestre ben chiuse con le tapparelle abbassate. Se possibile restate in casa con amici a festeggiare il capodanno, state vicino al vostro cane rassicuratelo con carezze e parole calmanti e durante il giorno fategli fare una bella camminata, dategli da mangiare prima così da favorire il riposo serale. Se il cane durante i botti si nasconde lasciatelo nel rifugio da lui scelto perché più efficace. Anche la presenza di un altro cane non timoroso può essere utile. Il vostro cane potrà così essere distratto perché coinvolto nel gioco con l’altro animale. Per chi ne ha l’opportunità è consigliabile ovviamente recarsi con il proprio animale in luoghi tranquilli. Nel caso la situazione diventasse estremamente difficile da gestire come nel caso di vostra assenza, sarà meglio chiedere preventivamente un parere al proprio veterinario che potrà eventualmente prescrivere l’aiuto farmacologico temporaneo, più utile al bisogno.
un blog sulla medicina veterinaria comportamentale che si aggiunge al sito www.comportapet.com
venerdì 27 dicembre 2013
La paura dei botti
Alcuni consigli possono aiutare proprietari ed animali a migliorare e sopportare meglio la situazione. Lasciate il vostro cane in casa e non nel giardino dove oltre al rumore potrebbe spaventarsi per gli effetti di luce e lampi improvvisi. Preso da una reazione inconsulta, potrebbe fuggire scavalcando il recinto per poi vagare disorientato per strada. In casa il cane avrà la sua cuccia che dà sempre un certo conforto; se poi ne avesse più di una, sarebbe opportuno posizionare la prediletta nel punto più riparato della casa magari tenendo le finestre ben chiuse con le tapparelle abbassate. Se possibile restate in casa con amici a festeggiare il capodanno, state vicino al vostro cane rassicuratelo con carezze e parole calmanti e durante il giorno fategli fare una bella camminata, dategli da mangiare prima così da favorire il riposo serale. Se il cane durante i botti si nasconde lasciatelo nel rifugio da lui scelto perché più efficace. Anche la presenza di un altro cane non timoroso può essere utile. Il vostro cane potrà così essere distratto perché coinvolto nel gioco con l’altro animale. Per chi ne ha l’opportunità è consigliabile ovviamente recarsi con il proprio animale in luoghi tranquilli. Nel caso la situazione diventasse estremamente difficile da gestire come nel caso di vostra assenza, sarà meglio chiedere preventivamente un parere al proprio veterinario che potrà eventualmente prescrivere l’aiuto farmacologico temporaneo, più utile al bisogno.
sabato 21 dicembre 2013
martedì 26 novembre 2013
Ma il gatto che vuole dal proprietario?
E' un tipo solitario, sta bene con noi ma vuole
avere il controllo sulla situazione, desidera essere
lui ad avere il primo contatto, chiede ai suoi proprietari prevedibilità e alle persone di rispondere sempre
allo stesso modo.
La
prima cosa che si fa quando troviamo un gattino di solito consiste nel tenerlo in braccio per poi coccolarlo. In realtà si consiglia di restare con il gatto in modo
rilassato senza
fare nulla !
Cerchiamo di essere vicini al gatto
piuttosto che cercare di fare qualcosa con lui. Le nostre interazioni devono
essere di bassa intensità .
Lasciamo al gatto l’iniziativa!
Non dobbiamo essere percepiti
come una minaccia per cui mettiamoci all’altezza del gatto, tocchiamo il gatto in modo lieve
e delicato.
Si
distinguono le interazioni in relazione alla loro intensità.
Bassa
intensità: quando
si sta nella stessa stanza senza interagire.
Minore
intensità: stiamo
seduti accanto al gatto senza toccarlo e senza giocare.
Maggiore intensità se
prendiamo il gatto in grembo senza toccarlo.
Aumentiamo
ancora di più iniziando a coccolarlo, pettinarlo o a fare manipolazioni pesanti trattenendo il gatto.
L’interazione
più forte si
ha quando solleviamo il gatto per tenerlo in braccio. Togliere il
terreno sotto i piedi dà al gatto l’idea di
sentirsi predato, cosa che lo preoccuperà molto!
Ma che cosa mi stai dicendo?
E'
molto bello parlare con i nostri gatti, spesso
ci salutano con il “meow”
classico e
addirittura rispondono a tono ad ogni nostra parola.
Attenzione:
non è detto che per lui la conversazione sia così piacevole e il“botta
e risposta” rischia di creare una situazione stressante e di conflitto poiché
non
sembra chiaro al gatto che cosa vogliamo da lui.
Facciamo attenzione anche a quelli che sono i nostri stati emotivi come quando siamo preoccupati per portarlo dal veterinario o dal tolettatore o dobbiamo somministrare un farmaco; il nostro gatto infatti interpreta bene quello che stiamo provando.
Il gatto quindi è in
grado di “leggere” con facilità questi messaggi e rapidamente si “allineerà”
alla situazione emozionale negativa dell’essere umano.
Le
esperienze che l'animale farà servono a scoprire le caratteristiche dei vari
eventi ma hanno anche una valenza emozionale.
Infine...
Ogni gatto è unico come è unica
ogni relazione col proprietario, ogni storia è differente e
dipende molto dal nostro modo di interagire.
Diamo al nostro gatto la possibilità di
stabilire lui la qualità e la quantità delle interazioni.
sabato 19 ottobre 2013
Come favorire una buona relazione
Il progetto educativo per
il nostro cane non deve essere attuato nella gestione dei momenti di
emergenza ma deve essere programmato e vissuto con lui. E' necessario
organizzare delle attività che lo portino a preferire
comportamenti che noi definiamo educati rispetto ad altri nei quali
egli decide in modo autonomo con l'istinto e l'impulsività e che non
sono corretti.
Le
parole addestramento ed educazione sono spesso usate come sinonimi,
come se un cane ben "addestrato" avesse le stesse
competenze di un cane ben "educato". In realtà si tratta
di due cose diverse.
Addestrare
un cane significa renderlo capace di svolgere specifici compiti,
o di avere reazioni precise a particolari situazioni. Sono cani
addestrati quei cani che fanno parte delle forze dell'ordine, quelli
usati in ambito umanitario in missioni da soccorso, questi cani hanno
dei compiti importantissimi e senza di loro sarebbe difficile portare
aiuto.
Educare
un cane invece significa correggere i suoi comportamenti in modo
da rendere più facile il suo inserimento all'interno della società.
Questo naturalmente è positivo perchè sarà capace di vivere con
serenità in contesti diversi, in ambienti dove persone ed animali non
rappresentino per lui un problema. Le esperienze con il suo
proprietario saranno molte di più rispetto ad un cane non educato e
sarà più accettato in società.
Il
consiglio per ogni cane di razza o meticcio è quello di fornigli una
buona educazione di base. Se il cane impara esercizi semplici come "
il seduto","a terra", "fermo", a non saltare
addosso alle persone ecc... sicuramente ci sarà maggior capacità
di controllo da parte del suo padrone che nei vari contesti gli dirà
cosa deve fare.
Gli
insegnamenti cinofili richiedono l'aiuto di professionisti
qualificati che sappiano accompagnare il cane ed il suo padrone
migliorando e rinforzando la loro relazione.
Per
fare questo le esperienze vissute con il cane devono essere
pianificate attraverso associazioni positive, negative ed evocati. E'
importante
allora favorire una vita piena di esperienze positive fin
da
cuccioli soprattutto
durante
il periodo sensibile e nella
fase di
socializzazione quando
imparano a conoscere cose nuove che saranno in futuro evocate.
Come
proprietari dobbiamo agevolare il nostro cane facendogli scoprire il
beneficio che potrà ottenere attraverso un certo comportamento che
dovrà essere scoperto come conveniente per lui. Essere delle guide o
imparare a diventarlo con l'aiuto di un educatore ci porterà ad una
situazione ideale dove noi diremo che il nostro cane è educato
mentre lui avrà semplicemente scoperto molte situazioni favorevoli.
http://www.petfamily.it/data/00Rivista/11-Novembre/HTML/index.html
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lunedì 16 settembre 2013
Continuiamo a rilassarci.....
.
Ci
sono cani che hanno delle difficoltà a fare una passeggiata
tranquilla con il loro proprietario, per questi soggetti si può
ricorrere a semplici esercizi da fare con un educatore o se siete
molto bravi da soli. Naturalmente il cane deve essere attento per
imparare, cosa molto più difficile in un cane sempre agitato,
in certi casi si pò consigliare un aiuto farmacologico preceduto
da visita comportamentale .
Aiutiamoci
con la tecnica del rilassamento che è una terapia molto utile e
facile da eseguire.
Insegnare
al cane il " SIEDI e RESTA" e piano piano allungare la fase
del RESTA ( più dura a lungo più l'animale tenderà a
rilassarsi). A volte non è sufficiente e bisogna associarla alla
terapia di
controllo della respirazione che consiste nel coinvolgere il proprietario ad osservare il suo cane attentamente.
Si devono osservare bene i movimenti toracici del cane quindi capire se il cane è tranquillo o agitato. La maggior frequenza
respiratoria sarà indice di agitazione e viceversa .
Come
fare?
Bisogna trovare un ambiente tranquillo (privo di di stimoli
distraenti ed eccitanti) e chiedere un SEDUTO e
RESTA e farlo tutti i giorni premiando il cane con il
bocconcino.
Quando saremo certi che il cane lo ha imparato bene si inizierà a
frequentare dei luoghi più movimentati ripetendo sempre questo
esercizio (sarebbe meglio cambiare zona ogni giorno).
E'
la ripetitività dell'esercizio che porterà all'apprendimento.
A questo punto si introduce una nuova parola " CALMATI", si osserva bene il torace del cane fino
a che i movimenti respiratori rallentano. Quindi
chiederemo il SIEDI, RESTA e CALMATI seguiti
dal premio in cibo.
Ogni giorno si ripeterà l'esercizio e in seguito arrivati al
CALMATI si resterà fermi prima cinque poi dieci
minuti.
Se siamo abbastanza sicuri di riuscire ad ottenere quanto richiesto,
si può iniziare gradualmente a frequentare le zone più difficili e piene
di stimoli forti e chiedere il CALMATI.
Lo
si dovrà fare all'inizio almeno una volta al mese quindi il passo successivo sarà di provare a portare il cane in una zona paurosa .
Per
capire se stiamo lavorando bene si può fare una tabella con i
parametri da valutare e dare un punteggio.Valutare:
tachipnea, tremori, rifiuto a camminare, diarrea, eliminazioni di
urina e tentativi di fuga del cane. Osservare
poi nel tempo l'evoluzione ed i miglioramenti o eventuali ricadute.
Questi
esercizi sono molto utili sia per il cane che per il proprietario che
spesso quando è in passeggiata anticipa al cane che c'è un problema
da affrontare trasmettondogli l'informazione nel momento in cui lui
vorrebbe prevenirla. Se il proprietario invece si concentra tutto sul
cane, sull'osservazione dei movimenti respiratori e sull'esecuzione
dell'esercizio richiesto, non cadrà in questo inconveniente.
martedì 10 settembre 2013
Il Kong
E' un gioco da
utilizzare con il nostro cane ma che può portare oltre al
divertimento vantaggi dal punto di vista comportamentale. E' un
gioco in gomma naturale ultra-rimbalzante è perfetto
per i cani che amano masticare e per essere riempito con cibo e
bocconcini.
E' disponibile
in diverse misure a seconda della taglia del cane.
Il gioco per
interessare al cane deve anche interessare ai proprietari per cui
non è sufficiente lasciarlo a disposizione ma all'inizio deve essere
manipolato, lanciato e rincorso come una palla.
Il
proprietario lo può lanciare vuoto e il cane lo può riportare
oppure lo può lasciare semplicemente ripieno di cibo come passatempo
nelle giornate noiose magari invernali.
Questo gioco è detto interattivo perché
il cane in un certo senso deve trovare una soluzione al problema
posto dal kong, deve infatti capire come far uscire il cibo che è
stato messo al suo interno.
Ma il bello di
questo gioco è che al bisogno può trasformarsi in uno strumento
terapeutico per alcuni cani.
Ci sono cani
che si annoiano o altri che hanno difficoltà a restare soli perchè
affetti da patologie dell'attaccamento verso i proprietari, questi
ultimi per motivi diversi possono aver sviluppato un forte legame
affettivo con i loro padroni e nel
momento in cui si devono assentare, si
disperano con abbai, pianti e distruzioni di oggetti.
Per
aiutare il cane a rilassarsi si può proporre quindi il Kong che ha
un'azione distraente soprattutto nei primi quindici o venti minuti
dall'uscita di
casa del
proprietario, periodo che pare sia il più critico per accettare di
dover restare solo. Il
Kong deve essere manipolato ed avere
l'odore dei proprietari in questo modo viene ricercato ed apprezzato
di più.
E'
necessario che
il cane
utilizzi
giochi
con cui intrattenersi autonomamente come il cong, l'osso, il buster
cube o altro e
se c'è
un problema di separazione,
dobbiamo evitare
di comunicare che lo stiamo abbandonando.
Il proprietario agli occhi del cane non deve essere
contento di essere stato via e i momenti di assenza all'inizio
dovranno essere di pochi minuti. L'importante è ricomparire sempre e
garantire il ricongiungimento anche venti volte al giorno. Questo
equivale dare una garanzia.
Tre minuti e rientriamo nella prima settimana, poi
piano piano allunghiamo i tempi anche di quindici minuti consegnando
il Kong che avremo dato anche altre volte in nostra presenza (
l'deale è avre due Kong sempre pronti).
Una volta consegnato il gioco mentre il nostro cane
rosicchia si esce senza dire nulla e si rientra dopo sempre senza
dire nulla, per evitare di sollecitare il suo livello emozionale.
All'inizio il cibo nascosto nel kong deve essere
facilmente raggiungibile ( come le crocchette) poi appena il cane
avrà appreso come funziona si potrà mettere cibo umido e secco a
diversi strati, magari ben compresso e refrigerato. Se invece lo si
congela il cane impiegherà più tempo per consumarlo.
E' importante che il Kong venga dato durante il giorno
anche in presenza dei proprietari per evitare che diventi un segnale
di assenza nel momento in cui questi dovranno partire.
Riporto alcune ricette diverse sulla composizione del
Kong che ho trovato:
1) strato di prosciutto - strato di sottiletta -
strato di wurstel - strato di sottiletta - strato di formaggio a
cubetti - tappo di sottiletta o pane
2) strato di frolic - strato di sottiletta - strato di
fesa di tacchino - strato di sottiletta - strato di simmenthal -
tappo di sottiletta o pane
3) Strato di sottiletta - un wurstel intero piccolo -
tappo di sottiletta o pane
4) philadelfia con tappo di sottiletta e mettere in
freezer
5) yogurt senza zuccheri aggiunti banana frullata o a
pezzi e freezer
6)
macedonia di frutta o verdura
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martedì 27 agosto 2013
Le eliminazioni inappropriate nel gatto
Si chiama eliminazione inappropriata l'emissione di urine o feci in un luogo diverso da quello preparato dal proprietario (su superfici orrizzontali) che deve essere distinta dalla "marcatura" (fatta su superfici verticali) del tutto fisiologica e messa in atto dal gatto maschio per comunicare attraverso i feromoni presenti in essa .
Le urine o le feci vengono ritrovate spesso in luoghi appartati e il gatto è colto mentre elimina in posizione accucciata.
Di solito il gatto fin da piccolino utilizza facilmente la cassetta con la lettiera perchè già ha appreso questo comportamento dalla mamma. Può succedere però che le cose non sempre vadano così infatti i gatti, in certe situazioni, smettono di sporcare nella lettiera eliminando in altri punti e causano non pochi problemi ai proprietari. Divano, letto, abiti, scarpe, borse, tappeti.... sono tra i luoghi più a rischio e spesso i proprietari sono costretti a richiedere l'aiuto del medico veterinario.
Per prima cosa è importante capire se alla base dell'anomalia ci sia un problema organico dell'animale come cistite, stati dolorosi, calcoli vescicali, interventi chirurgici, traumi ed altro. Una volta stabilito che il gatto in esame non ha alcuna patologia in corso spetta al veterinario comportamentalista verificare la natura del comportamento indesiderato.
Tra le cause imputate ci possono essere la lettiera sporca o lettiere troppo profumate, cambi frequenti del tipo di substrato, luoghi non graditi al gatto perchè ritenuti poco sicuri o molto rumorosi o movimentati, ciotole del cibo troppo vicine alla lettiera, attacchi di altri gatti durante le eliminazioni se in condizione di sovraffollamento.
La cura migliore è sempre la prevenzione che parte da una corretta gestione della cassetta .
Tra le cause imputate ci possono essere la lettiera sporca o lettiere troppo profumate, cambi frequenti del tipo di substrato, luoghi non graditi al gatto perchè ritenuti poco sicuri o molto rumorosi o movimentati, ciotole del cibo troppo vicine alla lettiera, attacchi di altri gatti durante le eliminazioni se in condizione di sovraffollamento.
La cura migliore è sempre la prevenzione che parte da una corretta gestione della cassetta .
All’interno
dell’abitazione, ogni gatto dovrebbe avere a disposizione una o
meglio due, cassette (aperte o chiuse) contenenti sabbia semi -
agglomerante, poco polverosa, con granuli di diametro medio, senza
l’aggiunta di deodoranti o sostanze irritanti che si sciolgono
esalando cattivi odori.
Il gatto, una volta diventato adulto, spesso preferisce urinare e defecare in cassette diverse! È necessario:
- Collocare le cassette lontano dai luoghi particolarmente rumorosi della casa, dalle ciotole del cibo e dell’acqua;
- Nel caso in cui una o più cassette fossero a disposizione anche sul balcone, è necessario che il gatto possa accedervi senza difficoltà (finestra sempre aperta o applicazione della porta basculante);
- Pulire la lettiera (togliendo la parte sporca di urina e feci) due volte al giorno e gettare l’intero granulato una volta ogni sette – quindici giorni;
Predisporre una cassetta in più rispetto al numero dei gatti presenti.
Giussani S., Rivista di Zootecnia e Veterinaria, 2012
Il gatto, una volta diventato adulto, spesso preferisce urinare e defecare in cassette diverse! È necessario:
- Collocare le cassette lontano dai luoghi particolarmente rumorosi della casa, dalle ciotole del cibo e dell’acqua;
- Nel caso in cui una o più cassette fossero a disposizione anche sul balcone, è necessario che il gatto possa accedervi senza difficoltà (finestra sempre aperta o applicazione della porta basculante);
- Pulire la lettiera (togliendo la parte sporca di urina e feci) due volte al giorno e gettare l’intero granulato una volta ogni sette – quindici giorni;
Predisporre una cassetta in più rispetto al numero dei gatti presenti.
Giussani S., Rivista di Zootecnia e Veterinaria, 2012
Per concludere l’eliminazione impropria può essere dovuta al fatto che il gatto percepisce le risorse disponibili (in questo caso la cassettina o il luogo esterno dove dovrebbe sporcare) come insufficienti o poco sicure.
L'aumento della disponibilità delle risorse e la prevedibilità/controllabilità del contesto da parte del gatto costituisce lo strumento fondamentale per risolvere questo problema.
L'aumento della disponibilità delle risorse e la prevedibilità/controllabilità del contesto da parte del gatto costituisce lo strumento fondamentale per risolvere questo problema.
venerdì 12 luglio 2013
Notizie utili!!!!
La pulce del gatto è della specie Ctenocephaleides felis, gli adulti di questi insetti parassitano abitualmente il gatto ed il cane ma possono pungere altri mammiferi, compreso l’uomo. La loro puntura produce ponfi dolorosi e persistenti. Le larve vivono invece fuori dall’ospite e si nutrono di residui organici. Questi insetti possono infestare locali anche in assenza degli ospiti primari, in questo caso si consiglia di procedere al trattamento degli eventuali animali infestati ed alla disinfestazione con insetticida del locale, eliminando quando possibile il materiale qui presente ed esponendolo all’aria, per eliminare gli stadi immaturi che sono molto sensibili al dissecamento. Le uova sono resistenti agli insetticidi, è quindi necessario effettuare un trattamento ambientale anche dopo la loro eventuale schiusa, a circa una settimana dal primo.
mercoledì 26 giugno 2013
I segnali evocatori
Si definiscono segnali evocatori quei segnali che fanno riferimento ad
esperienze vissute dal cane e che vanno a ricordare momenti ben definiti.
Vengono richiamate alla
mente del cane tutte quelle esperienze e comportamenti che ha fatto comprese quelle di tipo addestrativo: il segnale permette di ricordare cosa succederà
da quel momento compreso il premio da ricevere.
Esempi di segnali evocatori sono il guinzaglio, la pettorina per i cani da ricerca o per ciechi, il fucile per i cani da caccia, le scarpe per la passeggiata, la macchina per uscire ecc...
Non soltanto le esperienze positive vengono evocate infatti è molto più facile che il cane evochi eventi spiacevoli
riferiti a situazioni vissute precedentemente. Un esempio può essere quello di quel cane che soffre il mal d'auto dove il ricordo del forte malessere e disagio può essere motivo del rifiuto a salire.
Le emozioni positive attraggono il soggetto verso l'evento scatenante, mentre al contrario le emozioni negative lo allontanano. L'esperienza viene quindi " marcata ".
Gli evocati quindi possono
essere piacevoli o spiacevoli e si riconducono a stati emozionali . La gioia, la paura, lo stupore, il disgusto non sono solo stati interiori dell'uomo ma sono condivisi anche da altre specie.
Durante il periodo sensibile e della
socializzazione i cuccioli imparano a conoscere cose nuove che
saranno in futuro evocate ma tutto quello che non è stato vissuto può diventare
un tabù da affrontare per il cane che non riuscirà a leggere
comportamenti o situazioni nuove.
Importante allora favorire una vita
piena di esperienze positive nei cuccioli mentre nel cane adulto si può
provare a recuperare attraverso programmi ricchi di associazioni
positive guidati da educatori esperti.
lunedì 27 maggio 2013
Ogni cane può mordere...
Mordere
per un cane è naturale, l'aggressività è infatti importante per la
sopravvivenza dell'individuo. Spesso il cane che morde è quello di
casa o un cane conosciuto, gli ambienti in cui avvengono più
incidenti sono quelli domestici. Esistono
diversi fattori
predisponenti che possono influire sul comportamento del cane, si
tratta di fattor individuali, genetici o dipendenti dall'ambiente in
cui il soggetto è cresciuto. Fondamentale è la socializzazione
primaria dei primi mesi di vita, l'educazione avuta dalla madre,
l'ambiente di allevamento o la famiglia dove il cane è cresciuto, le
esperienze quotidiane ed eventuali incontri positivi o negativi con
altri animali. I conflitti possono nascere tra proprietario e cane ma
anche tra cane e cane della stessa famiglia oppure tra il nostro cane
e cani esterni. Le motivazioni per un comportamento aggressivo sono
inerenti la difesa del cibo, dello spazio, la presenza del
proprietario inteso come risorsa da difendere o di un proprietario
che insiste nel fare pulizia al proprio cane creandogli una forte
irritazione, la difesa del territorio, la predazione, la difesa dei
cuccioli ecc...La risorsa diventa il motivo del conflitto e fonte di
forte stress per il cane. Si consiglia di non effettuare punizioni
fisiche al soggetto per evitare di essere noi stessi a stimolare uno
stato di paura e di imprevedibilità che porterebbe il cane a
rispondere con ulteriori stati aggressivi peggiorando la relazione.
sabato 18 maggio 2013
Mamma gatta al lavoro
Dopo il parto la mamma gatta si dedica all'allattamento, alle cure parentali dei suoi piccoli e provvede anche alla loro formazione di adulti attraverso un vero e proprio processo educativo. Per questo motivo si consiglia di non adottare il gattino troppo in anticipo ma di attendere almeno sessanta giorni di età.
Se osserviamo la cucciolata notiamo che già verso la quarta settimana i piccoli effettuano giochi di lotta corpo a corpo con vocalizzi, mordicchiamenti e graffiature. La mamma mette in atto le punizioni etologiche con piccoli colpetti sul naso o graffiature nell’addome con gli arti posteriori o semplicemente si mette in mezzo per separarli.
Tutto questo può essere utile a lei per stare più tranquilla e quindi non essere disturbata ma in realtà serve molto ai piccoli che imparano gli autocontrolli e i segnali di arresto. I gattini imparano a giocare senza mordicchiarsi troppo forte e imparano ad usare le unghiette senza graffiare durante i giochi.
Nozioni molto utili quindi anche per i futuri proprietari che adotteranno il micetto.
Se l’adozione è precoce il gattino non impara, mancando i segnali di arresto corre e salta ovunque, graffia e mordicchia ( anche i proprietari) o mantiene comportamenti infantili come succhiare la cute o le coperte.
Se l’adozione è precoce il gattino non impara, mancando i segnali di arresto corre e salta ovunque, graffia e mordicchia ( anche i proprietari) o mantiene comportamenti infantili come succhiare la cute o le coperte.
L' apprendimento per imitazione della madre permette al gattino di seppellire le proprie deiezioni e di usare la lettiera già a partire dalla terza settimana di età. Giocando impara ad andare a caccia e la madre si presta ad insegnare le tecniche di caccia con rincorsa alle prede che lei stessa porta ai figli. Per il gattino il gioco svolge un ruolo di perfezionamento dell’attività di caccia. Se la gatta è di casa anche i piccoli si lascieranno avvicinare facilmente dalle persone senza timore o paura quindi sempre merito di mamma gatta la socializzazione alle persone, all'ambiente e a tutte le cose di cui saranno circondati.
Un buon equilibrio emotivo nasce da tante sicurezze e la figura materna è la principale protagonista di tutto questo.
giovedì 9 maggio 2013
L'ambiente appagante del gatto
Il gatto deve vivere in un ambiente che lo soddisfi in tutte le sue esigenze e per fare questo il proprietario deve poter predisporre alcune zone della casa a suo servizio. Un ambiente appagante per il gatto è quello che rispetta i suoi fabbisogni etologici. Nella casa verranno allestite alcune zone con scopi specifici come la zona di alimentazione, la zona di riposo, la zona di caccia e di gioco, la zona di eliminazione. Creare dei nascondigli con scatole o lasciare semplicemente una busta della spesa sul pavimento stimola il gatto a saltarci dentro e a curiosare, se poi i nascondigli sono in alto tanto meglio!
I gatti amano la verticalità quindi sfruttare le potenziali altezze in casa permette un miglior utilizzo degli spazi. Lasciamo un ripiano della libreria libero, una mensola disponibile, una finestra con mensola sottostante per vedere fuori, lasciamo salire il gatto sull'armadio e se possibile lasciamogli scegliere quali luoghi gli permettono una maggire tranquillià per isolarsi. Lo spazio tridimensionale facilita la vita e la giornata del gatto sopattutto in case molto piccole.
Questi campi territoriali sono marcati dal gatto con feromoni rilasciati dalle marcature facciali, urinarie e con le graffiature. Il gatto struttura il suo territorio e pratica sentieri invisibili che collegano le diverse aree tra di loro.
Un ambiente privo di stimoli e silenzioso è incompatibile con le esigenze etologiche del gatto, meglio quindi prevenire le problematiche comportamentali. Se possibile lasciamo uscire il gatto all'esterno o in balcone con la gattaiola per evitare di avere le aggressioni sul proprietario tipiche del gatto che resta sempre al chiuso.
venerdì 19 aprile 2013
Educare e non punire.
Non punite il vostro cucciolo se rientrando a casa trovate feci ed urine
sparse. Il cucciolo per i primi tempi non
controlla ancora bene gli sfinteri, sente di
essere sgridato, ma non collega il motivo di tale atteggiamento nei
suoi confronti.
Per educare un cucciolo a non sporcare in casa si consiglia di non sgridarlo. Il cucciolo ripreso può pensare che davanti a quella persona non sia opportuno fare quella cosa ed eviterà di farlo anche quando lo si accompagna in passeggiata mentre appena rientrato a casa solo e tranquillo fa succedere il guaio. E' la classica situazione in cui i proprietari riferiscono che il loro cane fa i “dispetti”, in realtà il cane semplicemente non è mai restato solo o abbastanza lontano dal proprietario per rilassarsi ed evacuare. Urlare, picchiare con il giornale, mettere il naso dentro le feci o sculacciare non serve a nulla, se non a far sì che, davanti a tale persona, il cucciolo si senta in grande timore e paura. E' corretto invece dire no “in flagranza di reato” e dopo accompagnarlo subito fuori.Uno dei problemi principali della punizione è l'ansia che il proprietario può far nascere nel cucciolo se effettua la punizione tardiva in quanto se eseguita in ritardo diventa imprevedibile per il cane.
Il cucciolo per imparare deve essere premiato nel momento giusto cioè non troppo in anticipo e neppure troppo tempo dopo l'eliminazione, poiché si potrebbe premiare l'azione sbagliata. E' questo un rischio che si corre come proprietari apprensivi e desiderosi di ottenere un risultato. Quando un cane decide di evacuare assume una serie di atti motori ben distinti come annusare, girare su se stesso, accucciarsi, girarsi ancora, eliminare, annusare ed andarsene via. Se il proprietario lo premiasse nel momento in cui tende a piegare le zampette posteriori ( quindi troppo presto) si rischia di premiare un “ quasi seduto”. Sono molte le situazioni che non ci piacciono dei nostri cani. Il consiglio è sempre di evitare le punizioni fisiche che possono favorire comportamenti di aggressività. La paura, l'irritazione, la frustrazione, la competizione, sembra siano alla base di comportamenti di aggressione verso i proprietari da parte di quei cani che un tempo venivano definiti dominanti ma che in realtà esprimono una problematica da diagnosticare che spesso nasce da una relazione di partenza non corretta.
Per educare un cucciolo a non sporcare in casa si consiglia di non sgridarlo. Il cucciolo ripreso può pensare che davanti a quella persona non sia opportuno fare quella cosa ed eviterà di farlo anche quando lo si accompagna in passeggiata mentre appena rientrato a casa solo e tranquillo fa succedere il guaio. E' la classica situazione in cui i proprietari riferiscono che il loro cane fa i “dispetti”, in realtà il cane semplicemente non è mai restato solo o abbastanza lontano dal proprietario per rilassarsi ed evacuare. Urlare, picchiare con il giornale, mettere il naso dentro le feci o sculacciare non serve a nulla, se non a far sì che, davanti a tale persona, il cucciolo si senta in grande timore e paura. E' corretto invece dire no “in flagranza di reato” e dopo accompagnarlo subito fuori.Uno dei problemi principali della punizione è l'ansia che il proprietario può far nascere nel cucciolo se effettua la punizione tardiva in quanto se eseguita in ritardo diventa imprevedibile per il cane.
Il cucciolo per imparare deve essere premiato nel momento giusto cioè non troppo in anticipo e neppure troppo tempo dopo l'eliminazione, poiché si potrebbe premiare l'azione sbagliata. E' questo un rischio che si corre come proprietari apprensivi e desiderosi di ottenere un risultato. Quando un cane decide di evacuare assume una serie di atti motori ben distinti come annusare, girare su se stesso, accucciarsi, girarsi ancora, eliminare, annusare ed andarsene via. Se il proprietario lo premiasse nel momento in cui tende a piegare le zampette posteriori ( quindi troppo presto) si rischia di premiare un “ quasi seduto”. Sono molte le situazioni che non ci piacciono dei nostri cani. Il consiglio è sempre di evitare le punizioni fisiche che possono favorire comportamenti di aggressività. La paura, l'irritazione, la frustrazione, la competizione, sembra siano alla base di comportamenti di aggressione verso i proprietari da parte di quei cani che un tempo venivano definiti dominanti ma che in realtà esprimono una problematica da diagnosticare che spesso nasce da una relazione di partenza non corretta.
venerdì 5 aprile 2013
La corretta gestione
Quando
il cane arriva nella famiglia di adozione i proprietari insieme al
loro veterinario devono prepararsi a gestire bene il nuovo arrivato. Vivere
all'interno del branco familiare per il cane equivale a vivere nel
branco in natura, secondo informazioni che vengono tramandate di
generazione in generazione e antiche come la storia del cane. E'
importante organizzare delle regole e impostare il corretto
posizionamento sociale senza imporre nulla anzi cercando di favorire
una collaborazione gradita tra la famiglia e il cane stesso. Si
parla di gestione delle risorse partendo da quelle alimentari
ma pure di tutte quelle cose che possono essere interessanti per il
cane. Il
proprietario attraverso il "pasto di branco" insegnerà al
cane ad aspettare il momento giusto per alimentarsi. Quando tutti gli adulti di casa avranno terminato il loro pasto a questo punto il nuovo arrivato potrà accedere finalmente alla
risorsa cibo come giovane del branco. Questo consiglio è valido
naturalmente per quei cani che vivono in casa. Se
invece i pasti vengono dati in momenti differenti dal pranzo e dalla
cena non sarà indispensabile adottare il metodo di dare cibo dopo i
proprietari. Sempre sul cibo la regola importante è anche quella di
non concedere bocconcini dal tavolo anche se vengono richiesti con
insistenza ma destinare i nostri " regali" solo al termine
del pasto.
La gestione delle iniziative
Il
proprietario deve essere in grado di decidere qualsiasi tipo di
interazione in modo autonomo e non perchè gli venga suggerito dal
suo cane. L'iniziativa di uscire con il
cane al guinzaglio può essere un esempio. Se il cane quando arriva l'ora solita per uscire si porta davanti al guinzaglio o alla porta è consigliabile ignorarlo fino a quando si mette tranquillo. Appena possibile noi stessi lo inviteremo a fare ciò che prima ci era stato richiesto cioè uscire in passeggiata.
In passeggiata i cani hanno particolari preferenze sui percorsi. E' bene non lasciarsi influenzare dalle loro richieste ma decidere noi, in modo autonomo, quale direzione prendere.
Anche le richieste di carezze o di gioco vanno ignorate se troppo frequenti ed insistenti. Quando il cane si tranquillizza possiamo chiamarlo vicino, accarezzarlo o proporre un gioco. L'ordine di accesso relativo alla decisione di chi deve passare per primo dalla porta va sempre gestito dal proprietario facendo aspettare il cane.
Questi consigli non tolgono nulla al nostro cane, va solo rimandata di poco la sua richiesta andando poi a proporla noi in un secondo tempo. Il cane vivrà uno stato di maggiore tranquillità perchè siete voi a pensare a tutto ( azione ansiolitica).
In passeggiata i cani hanno particolari preferenze sui percorsi. E' bene non lasciarsi influenzare dalle loro richieste ma decidere noi, in modo autonomo, quale direzione prendere.
Anche le richieste di carezze o di gioco vanno ignorate se troppo frequenti ed insistenti. Quando il cane si tranquillizza possiamo chiamarlo vicino, accarezzarlo o proporre un gioco. L'ordine di accesso relativo alla decisione di chi deve passare per primo dalla porta va sempre gestito dal proprietario facendo aspettare il cane.
Questi consigli non tolgono nulla al nostro cane, va solo rimandata di poco la sua richiesta andando poi a proporla noi in un secondo tempo. Il cane vivrà uno stato di maggiore tranquillità perchè siete voi a pensare a tutto ( azione ansiolitica).
Non
dare al cane l'opportunità o il compito di gestire le relazioni che
si vengono a realizzare all'interno del gruppo familiare; porre
attenzione a queste scansioni di gestione è molto importante perché
consente di aumentare l'accreditamento del pet-owner e la docilità
del cane nonché di favorire tutte le attività che si vogliono
compiere sul cane. In pedagogia cinofila parliamo di
assunzione dell'onere di gestione e non di privilegio del diritto di
gestione, considerando le caratteristiche sociali del
cane; la gestione delle prassi ordinarie è il modo per fare una
pedagogia permanente, ovvero non confinata al solo momento
trasmissivo, e richiede da parte del pet-owner doti di costanza e
coerenza. (Marchesini -Glossario Siua)
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