venerdì 19 aprile 2013

Educare e non punire.

Non  punite il vostro cucciolo se rientrando a casa trovate feci ed urine sparse. Il cucciolo per i primi tempi non controlla ancora bene gli sfinteri, sente di essere sgridato, ma non collega il motivo di tale atteggiamento nei suoi confronti.
Per educare un cucciolo a non sporcare in casa si consiglia di non sgridarlo. Il cucciolo ripreso può pensare che davanti a quella persona non sia opportuno fare quella cosa ed eviterà di farlo anche quando lo si accompagna in passeggiata mentre appena rientrato a casa solo e  tranquillo fa succedere il guaio. E' la classica situazione in cui i proprietari riferiscono che il loro cane fa i “dispetti”, in realtà il cane semplicemente non è mai restato solo o abbastanza lontano dal proprietario per rilassarsi ed evacuare. Urlare, picchiare con il giornale, mettere il naso dentro le feci o sculacciare non serve a nulla, se non a far sì che, davanti a tale persona, il cucciolo si senta in grande timore e paura. E' corretto invece dire no “in flagranza di reato” e dopo accompagnarlo subito fuori.Uno dei problemi principali della punizione è l'ansia che il proprietario può far nascere nel cucciolo se effettua la punizione tardiva in quanto se eseguita in ritardo diventa imprevedibile per il cane. 

Il cucciolo per imparare deve essere premiato nel momento giusto cioè non troppo in anticipo e neppure troppo tempo dopo l'eliminazione, poiché si potrebbe premiare l'azione sbagliata. E' questo un rischio che si corre come proprietari apprensivi e desiderosi di ottenere un risultato. Quando un cane decide di evacuare assume una serie di atti motori ben distinti come annusare, girare su se stesso, accucciarsi, girarsi ancora, eliminare, annusare ed andarsene via. Se il proprietario lo premiasse nel momento in cui tende a piegare le zampette posteriori ( quindi troppo presto) si rischia di premiare un “ quasi seduto”. Sono molte le situazioni che non ci piacciono dei nostri cani. Il consiglio è sempre di evitare le punizioni fisiche che possono favorire comportamenti di aggressività. La paura, l'irritazione, la frustrazione, la competizione, sembra siano alla base di comportamenti di aggressione verso i proprietari da parte di quei cani che un tempo venivano definiti dominanti ma che in realtà esprimono una problematica da diagnosticare che spesso nasce da una relazione di partenza non corretta.

venerdì 5 aprile 2013

La corretta gestione

Quando il cane arriva nella famiglia di adozione i proprietari insieme al loro veterinario devono prepararsi a gestire bene il nuovo arrivato. Vivere all'interno del branco familiare per il cane equivale a vivere nel branco in natura, secondo informazioni che vengono tramandate di generazione in generazione e antiche come la storia del cane. E' importante organizzare delle regole e impostare il corretto posizionamento sociale senza imporre nulla anzi cercando di favorire una collaborazione gradita tra la famiglia e il cane stesso. Si parla di gestione delle risorse partendo da quelle alimentari ma pure di tutte quelle cose che possono essere interessanti per il cane. Il proprietario attraverso il "pasto di branco" insegnerà al cane ad aspettare il momento giusto per alimentarsi. Quando tutti gli adulti di casa avranno terminato il loro pasto  a questo punto il nuovo arrivato potrà accedere finalmente alla risorsa cibo come giovane del branco. Questo consiglio è valido naturalmente per quei cani che vivono in casa. Se invece i pasti vengono dati in momenti differenti dal pranzo e dalla cena non sarà indispensabile adottare il metodo di dare cibo dopo i proprietari. Sempre sul cibo la regola importante è anche quella di non concedere bocconcini dal tavolo anche se vengono richiesti con insistenza ma destinare i nostri " regali" solo al termine del pasto. 

                                                           La gestione delle iniziative
Il proprietario deve essere in grado di decidere qualsiasi tipo di interazione in modo autonomo e non perchè gli venga suggerito dal suo cane. L'iniziativa di uscire con il cane al guinzaglio può essere un esempio. Se il cane  quando arriva l'ora solita per uscire si porta davanti al guinzaglio o alla porta è consigliabile ignorarlo fino a  quando si mette tranquillo. Appena possibile   noi stessi lo inviteremo a fare ciò che prima  ci era stato richiesto cioè uscire in passeggiata.
In passeggiata i cani hanno particolari preferenze sui percorsi. E' bene non lasciarsi influenzare dalle loro richieste ma decidere noi, in modo autonomo, quale direzione prendere.
Anche le richieste di carezze o di gioco vanno ignorate se troppo frequenti ed insistenti. Quando il cane si  tranquillizza possiamo chiamarlo vicino, accarezzarlo o proporre un gioco. L'ordine di accesso relativo alla decisione di chi deve passare per primo dalla porta va sempre gestito dal proprietario facendo aspettare il cane.
Questi consigli non tolgono nulla al nostro cane, va solo rimandata di poco la sua richiesta andando poi a proporla noi in un secondo tempo.  Il cane vivrà uno stato di maggiore tranquillità perchè siete voi a pensare a tutto ( azione ansiolitica).
Non dare al cane l'opportunità o il compito di gestire le relazioni che si vengono a realizzare all'interno del gruppo familiare; porre attenzione a queste scansioni di gestione è molto importante perché consente di aumentare l'accreditamento del pet-owner e la docilità del cane nonché di favorire tutte le attività che si vogliono compiere sul cane. In pedagogia cinofila parliamo di assunzione dell'onere di gestione e non di privilegio del diritto di gestione, considerando le caratteristiche sociali del cane; la gestione delle prassi ordinarie è il modo per fare una pedagogia permanente, ovvero non confinata al solo momento trasmissivo, e richiede da parte del pet-owner doti di costanza e coerenza. (Marchesini -Glossario Siua)