lunedì 24 marzo 2014

Disturbo dell'inserimento in famiglia


Fin dal suo arrivo, il cucciolo si inserisce all'interno della famiglia che costituisce il branco. Può succedere che al momento della pubertà il cane cominci a sfidare i proprietari cercando di ottenere le maggiori risorse possibili che di solito sono il cibo, il controllo dello spazio, le iniziative del contatto e la sessualità manifestata.
Il cane emette dei segnali di comunicazione precisi per definire l'affermazione di sé e a volte mette in atto comportamenti aggressivi per affermare il suo status. Dopo la pubertà il cane comincia a chiedersi quale sia il suo posto nel branco familiare ed è probabile che attraverso le cure che riceve dopo ogni richiesta di gioco, cibo e coccole possa capire di essere lui incaricato alla gestione del branco. Oltre alla maturità sessuale infatti si ritrova a gestire  la maturità sociale. 
Questa situazione poco chiara al cane può indurre manifestazioni ansiose con possibili comportamenti aggressivi rivolti spesso solo ai membri della casa. E' necessario intervenire prima che il cane strumentalizzi le aggressioni attraverso la cura della relazione cane proprietario.
Attenzione allora al cane che  ringhia molto difendendo oggetti o spazi di casa perché poi potrebbe passare all'attacco. In seguito se  inizierà ad avere successo passerà direttamente al morso senza più avvisare con il ringhio.

Le dinamiche relazionali tra proprietario e cane dovranno essere modificate  per poter far si che l'animale riesca a capire bene quale sia il suo ruolo nel branco che sarà sempre quello del giovane mentre il proprietario dovrà essere sempre l'adulto di casa.
Per fare questo i proprietari  dovranno accreditarsi agli occhi del cane attraverso piccole azioni che lo porteranno ad uno stato di sicurezza e tranquillità. Ogni tipo di interazione deve partire sempre da loro. L'educatore potrà suggerire tante attività ma è opportuno che poi i proprietari siano in grado di farsi capire dal cane senza timore di essere aggrediti. Dopo attenta visita comportamentale si valuterà anche se è necessario intraprendere una terapia farmacologica almeno nei primi tempi, per evitare incidenti da morso ed aiutare sia il proprietario che il cane.  




martedì 4 marzo 2014

Il cane che ingerisce feci

Si definisce coprofagia l'ingestione di feci da parte del cane ed è sicuramente una cattiva abitudine! Proviamo ad indagare quali siano le motivazioni che portano ad un tale comportamento.
Una prima spiegazione arriva dalla natura che come strategia induce la madre ad adottare questo metodo per salvaguardare la prole dall'attacco dei predatori. Infatti spesso tracce di feci ma anche di invogli fetali lasciano messaggi odorosi e piste ai nemici. Per questo la cagna dopo il parto ingerisce tutti i residui e le placente dei suoi piccoli e continuerà in seguito ad ingerire le loro feci mentre effettua le normali cure igieniche. Per i piccoli i continui lavaggi ai genitali sono inoltre indispensabili per stimolare l'evacuazione. A volte il problema si presenta nei cuccioli appena adottati che ingeriscono le loro feci o quelle di altri animali continuando a farlo anche da adulti. Mentre il proprietario pensa che il tutto sia molto spiacevole il cane differentemente vive questo fatto molto "normale". Ma in realtà dove finisce la normalità? Ci può essere una responsabilità umana a questo problema se la gestione in partenza avviene in modo scorretto.
I cuccioli tenuti in negozio per animali in spazi ristretti, i cani di allevamento o di canili costretti a restare numerosi in box troppo piccoli associati a situazioni di scarsa  igiene sono più predisposti alla coprofagia. Questi fattori impediscono al cane di suddividere  bene le varie zone di alimentazione, riposo, eliminazione e l'ingestione delle feci diventa una sorta di "pulizia" che il cane effettua.
Da non sottovalutare comunque la natura di carnivoro nel cane che lo induce a nutrirsi di materiale organico nonostante il cibo ricevuto regolarmente dal suo proprietario. Quando il cucciolo viene adottato può succedere che le frequenti eliminazioni associate a punizioni da parte del proprietario  inducano il cane ad ingerire le proprie feci per nascondere la cattiva azione.
La cosa migliore da fare è non sgridare il cane  perché il problema potrebbe peggiorare. Cerchiamo invece di dare al nostro cane delle abitudini con uscite regolari e belle passeggiate dove le eliminazioni sono spontanee e dove le attività vissute con il proprietario impediscono al cane di concentrarsi sulle feci. Facciamo vivere il cane in zone adatte e non in luoghi ristretti e soprattutto cerchiamo di curare bene la pulizia di questi luoghi. Riprendere il cane ogni volta che si catapulta su feci, ma anche sul cestino dei rifiuti, stimola il cane a competere con il padrone per difendere una risorsa che ha trovato per primo. Sentirsi rimproverato su quella determinata cosa fa si che questa assuma agli occhi dell'animale un valore grande da ottenere. Il cane non comprende l'apprensione del proprietario intesa come modalità per salvaguardare la sua salute. Per lui  si tratta di un qualcosa che a livello olfattivo è molto stimolante e quindi di enorme valore.