venerdì 27 dicembre 2013

La paura dei botti





La fobia è una reazione di paura eccessiva nei confronti di uno o più stimoli che non sempre rappresentano un pericolo reale per l’individuo. Normalmente l’organismo tende ad adattarsi ai cambiamenti ma  in certi casi le sue reazioni  possono progressivamente diventare eccessive. La paura provata rimane memorizzata  e l’emozione che resta sarà sempre negativa. In un tempo successivo è possibile che, ancora prima del manifestarsi dell’evento, il nostro animale anticipi lo stato di paura di quello che potrà in seguito succedere. La breve descrizione fatta sul tema paura è utile per ricordarci di fare molta  attenzione ai nostri cari amici animali in questo periodo di festività natalizie in arrivo del nuovo anno. I fuochi d’artificio sono duri da sopportare per la forza e l’intensità del rumore provocato. Proviamo solo a pensare alla grande sensibilità dell’apparato uditivo del cane e del gatto che sono in grado di percepire suoni a noi completamente sconosciuti. Quando poi questi arrivano all’improvviso, senza alcuna prevedibilità, lo spavento è assicurato. Ora l’uomo da secoli continua a festeggiare eventi importanti con i fuochi d’artificio e, a prescindere dalle  sue giustificazioni positive o negative, è una realtà che sussiste e addirittura in alcune zone si intensifica di anno in anno.

Alcuni consigli possono aiutare proprietari ed animali a migliorare e sopportare meglio la situazione. Lasciate il vostro cane in casa e non nel giardino dove oltre al rumore potrebbe spaventarsi per gli effetti di luce e lampi improvvisi. Preso da una reazione inconsulta, potrebbe fuggire scavalcando il recinto per poi vagare disorientato per strada. In casa il cane avrà la sua cuccia che dà sempre un certo conforto; se poi ne avesse più di una, sarebbe opportuno posizionare la prediletta nel punto più riparato della casa magari tenendo le finestre ben chiuse con le tapparelle abbassate. Se possibile restate in casa con amici a festeggiare il capodanno, state vicino al vostro cane rassicuratelo con carezze e parole calmanti e durante il giorno fategli fare una bella camminata, dategli da mangiare prima così da favorire il riposo serale. Se il cane durante i botti si nasconde lasciatelo nel rifugio da lui scelto perché più efficace. Anche la presenza di un altro cane non timoroso  può essere utile. Il vostro cane potrà così essere distratto perché coinvolto nel gioco con l’altro animale. Per chi ne ha l’opportunità è  consigliabile ovviamente recarsi con il proprio animale in luoghi tranquilli. Nel caso la situazione diventasse estremamente difficile da gestire come nel caso di vostra assenza, sarà meglio chiedere preventivamente un parere al proprio  veterinario che potrà eventualmente prescrivere l’aiuto  farmacologico temporaneo, più utile al bisogno.

martedì 26 novembre 2013

Ma il gatto che vuole dal proprietario?



Se il gatto potesse parlare ci direbbe che :
E' un tipo solitario, sta bene con noi ma vuole avere  il controllo sulla situazione, desidera essere lui ad avere il primo contatto, chiede ai suoi proprietari prevedibilità e alle persone di rispondere sempre allo stesso modo.
La prima cosa che si fa quando troviamo un gattino di solito consiste nel tenerlo  in braccio per poi coccolarlo. In realtà si consiglia di restare con il gatto in modo rilassato senza fare nulla !
Cerchiamo di essere vicini al gatto piuttosto che cercare di fare qualcosa con lui. Le nostre interazioni devono essere di bassa intensità .
Lasciamo al gatto l’iniziativa!
Non dobbiamo essere percepiti come una minaccia per cui mettiamoci all’altezza del gatto, tocchiamo il gatto in modo lieve e delicato. 
 
Fate attenzine al tipo di interazione !
Si distinguono le interazioni in relazione alla loro intensità.
Bassa intensità: quando si sta nella stessa stanza senza interagire.
Minore intensità: stiamo seduti accanto al gatto senza toccarlo e senza giocare.
Maggiore intensità se prendiamo il gatto in grembo senza toccarlo.
Aumentiamo ancora di più iniziando a coccolarlo, pettinarlo o a fare manipolazioni pesanti trattenendo il gatto.
L’interazione più forte si ha quando solleviamo il gatto per tenerlo in braccio.  Togliere il terreno sotto i piedi dà al gatto l’idea di  sentirsi predato, cosa che lo preoccuperà molto!

Ma che cosa mi stai dicendo?
E' molto bello parlare con i nostri gatti, spesso ci salutano con il “meow” classico e addirittura rispondono a tono ad ogni nostra parola.
Attenzione: non è detto che per lui la conversazione sia così piacevole e il“botta e risposta” rischia di creare una situazione stressante e di conflitto poiché non sembra chiaro al gatto che cosa vogliamo da lui.
Facciamo attenzione anche a quelli che sono i nostri stati emotivi come quando siamo preoccupati per portarlo dal veterinario o dal tolettatore o  dobbiamo somministrare un farmaco; il nostro gatto infatti interpreta bene quello che stiamo provando.
Il  gatto quindi è in grado di “leggere” con facilità questi messaggi e rapidamente si “allineerà” alla situazione emozionale negativa dell’essere umano. 
Le esperienze che l'animale farà servono a scoprire le caratteristiche dei vari eventi ma hanno anche una valenza emozionale
Infine...
Ogni gatto è unico come è unica ogni relazione col proprietario, ogni storia è differente e dipende molto dal nostro modo di interagire.
Diamo al nostro gatto la possibilità di stabilire lui la qualità e la quantità delle interazioni.

 

sabato 19 ottobre 2013

Come favorire una buona relazione

Il progetto educativo per il nostro cane non deve essere attuato nella gestione dei momenti di emergenza ma deve essere programmato e vissuto con lui. E' necessario organizzare delle attività che lo portino a preferire comportamenti che noi definiamo educati rispetto ad altri nei quali egli decide in modo autonomo con l'istinto e l'impulsività e che non sono corretti.
Le parole addestramento ed educazione sono spesso usate come sinonimi, come se un cane ben "addestrato" avesse le stesse competenze di un cane ben "educato". In realtà si tratta di due cose diverse.
Addestrare un cane significa renderlo capace di svolgere specifici compiti, o di avere reazioni precise a particolari situazioni. Sono cani addestrati quei cani che fanno parte delle forze dell'ordine, quelli usati in ambito umanitario in missioni da soccorso, questi cani hanno dei compiti importantissimi e senza di loro sarebbe difficile portare aiuto.
Educare un cane invece significa correggere i suoi comportamenti in modo da rendere più facile il suo inserimento all'interno della società. Questo naturalmente è positivo perchè sarà capace di vivere con serenità in contesti diversi, in ambienti dove persone ed animali non rappresentino per lui un problema. Le esperienze con il suo proprietario saranno molte di più rispetto ad un cane non educato e sarà più accettato in società.
Il consiglio per ogni cane di razza o meticcio è quello di fornigli una buona educazione di base. Se il cane impara esercizi semplici come " il seduto","a terra", "fermo", a non saltare addosso alle persone ecc... sicuramente ci sarà maggior capacità di controllo da parte del suo padrone che nei vari contesti gli dirà cosa deve fare.
Gli insegnamenti cinofili richiedono l'aiuto di professionisti qualificati che sappiano accompagnare il cane ed il suo padrone migliorando e rinforzando la loro relazione.

Per fare questo le esperienze vissute con il cane devono essere pianificate attraverso associazioni positive, negative ed evocati. E' importante allora favorire una vita piena di esperienze positive fin da cuccioli soprattutto durante il periodo sensibile e nella fase di socializzazione quando imparano a conoscere cose nuove che saranno in futuro evocate.
Come proprietari dobbiamo agevolare il nostro cane facendogli scoprire il beneficio che potrà ottenere attraverso un certo comportamento che dovrà essere scoperto come conveniente per lui. Essere delle guide o imparare a diventarlo con l'aiuto di un educatore ci porterà ad una situazione ideale dove noi diremo che il nostro cane è educato mentre lui avrà semplicemente scoperto molte situazioni favorevoli.

http://www.petfamily.it/data/00Rivista/11-Novembre/HTML/index.html

lunedì 16 settembre 2013

Continuiamo a rilassarci.....

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Ci sono cani che hanno delle difficoltà a fare una passeggiata tranquilla con il loro proprietario, per questi soggetti si può ricorrere a semplici esercizi da fare con un educatore o se siete molto bravi da soli. Naturalmente il cane deve essere attento per imparare, cosa molto più difficile in un cane sempre agitato, in certi casi si pò consigliare un aiuto farmacologico preceduto da visita comportamentale .



Aiutiamoci con la tecnica del rilassamento che è una terapia molto utile e facile da eseguire.

Insegnare al cane il " SIEDI e RESTA" e piano piano allungare la fase del RESTA ( più dura a lungo più l'animale tenderà a rilassarsi). A volte non è sufficiente e bisogna associarla alla terapia di controllo della respirazione che consiste nel coinvolgere il proprietario ad osservare il suo cane attentamente.
Si devono osservare bene i movimenti toracici del cane quindi capire se il cane è tranquillo o agitato. La maggior frequenza respiratoria sarà indice di agitazione e viceversa .
Come fare?
Bisogna trovare un ambiente tranquillo (privo di di stimoli distraenti ed eccitanti) e chiedere un SEDUTO e RESTA e farlo tutti i giorni premiando il cane con il bocconcino.

Quando saremo certi che il cane lo ha imparato bene si inizierà a frequentare dei luoghi più movimentati ripetendo sempre questo esercizio (sarebbe meglio cambiare zona ogni giorno).


E' la ripetitività dell'esercizio che porterà all'apprendimento.


A questo punto si introduce una nuova parola " CALMATI", si osserva bene il torace del cane  fino a che i  movimenti respiratori  rallentano. Quindi chiederemo il SIEDI, RESTA e CALMATI seguiti dal premio in cibo.

Ogni giorno si ripeterà l'esercizio  e in seguito arrivati al CALMATI si resterà fermi prima  cinque poi dieci minuti.

Se siamo abbastanza sicuri di riuscire ad ottenere quanto richiesto, si  può iniziare gradualmente a frequentare le zone più difficili e piene di stimoli forti  e chiedere il CALMATI.
Lo si dovrà fare all'inizio almeno una volta al mese  quindi il passo successivo  sarà di provare a  portare il cane in una zona paurosa .


Per capire se stiamo lavorando bene si può fare una tabella con i parametri da valutare e dare un punteggio.Valutare: tachipnea, tremori, rifiuto a camminare, diarrea, eliminazioni di urina e tentativi di fuga del cane. Osservare poi nel tempo l'evoluzione ed i miglioramenti o eventuali ricadute.


 
Questi esercizi sono molto utili sia per il cane che per il proprietario che spesso quando è in passeggiata anticipa al cane che c'è un problema da affrontare trasmettondogli l'informazione nel momento in cui lui vorrebbe prevenirla. Se il proprietario invece si concentra tutto sul cane, sull'osservazione dei movimenti respiratori e  sull'esecuzione dell'esercizio richiesto, non cadrà in questo inconveniente.



martedì 10 settembre 2013

Il Kong



E' un gioco da utilizzare con il nostro cane ma che può portare oltre al divertimento vantaggi dal punto di vista comportamentale. E' un gioco in gomma naturale ultra-rimbalzante è perfetto per i cani che amano masticare e per essere riempito con cibo e bocconcini.
E' disponibile in diverse misure a seconda della taglia del cane.
Il gioco per interessare al cane deve anche interessare ai proprietari per cui non è sufficiente lasciarlo a disposizione ma all'inizio deve essere manipolato, lanciato e rincorso come una palla.
Il proprietario lo può lanciare vuoto e il cane lo può riportare oppure lo può lasciare semplicemente ripieno di cibo come passatempo nelle giornate noiose magari invernali.
Questo gioco è detto interattivo perché il cane in un certo senso deve trovare una soluzione al problema posto dal kong, deve infatti capire come far uscire il cibo che è stato messo al suo interno.
Ma il bello di questo gioco è che al bisogno può trasformarsi in uno strumento terapeutico per alcuni cani.
Ci sono cani che si annoiano o altri che hanno difficoltà a restare soli perchè affetti da patologie dell'attaccamento verso i proprietari, questi ultimi per motivi diversi possono aver sviluppato un forte legame affettivo con i loro padroni e nel momento in cui si devono assentare, si disperano con abbai, pianti e distruzioni di oggetti.
Per aiutare il cane a rilassarsi si può proporre quindi il Kong che ha un'azione distraente soprattutto nei primi quindici o venti minuti dall'uscita di casa del proprietario, periodo che pare sia il più critico per accettare di dover restare solo. Il Kong deve essere manipolato ed avere l'odore dei proprietari in questo modo viene ricercato ed apprezzato di più.
E' necessario che il cane utilizzi giochi con cui intrattenersi autonomamente come il cong, l'osso, il buster cube o altro e se c'è un problema di separazione, dobbiamo evitare di comunicare che lo stiamo abbandonando.
Il proprietario agli occhi del cane non deve essere contento di essere stato via e i momenti di assenza all'inizio dovranno essere di pochi minuti. L'importante è ricomparire sempre e garantire il ricongiungimento anche venti volte al giorno. Questo equivale dare una garanzia.
Tre minuti e rientriamo nella prima settimana, poi piano piano allunghiamo i tempi anche di quindici minuti consegnando il Kong che avremo dato anche altre volte in nostra presenza ( l'deale è avre due Kong sempre pronti).
Una volta consegnato il gioco mentre il nostro cane rosicchia si esce senza dire nulla e si rientra dopo sempre senza dire nulla, per evitare di sollecitare il suo livello emozionale.
All'inizio il cibo nascosto nel kong deve essere facilmente raggiungibile ( come le crocchette) poi appena il cane avrà appreso come funziona si potrà mettere cibo umido e secco a diversi strati, magari ben compresso e refrigerato. Se invece lo si congela il cane impiegherà più tempo per consumarlo.
E' importante che il Kong venga dato durante il giorno anche in presenza dei proprietari per evitare che diventi un segnale di assenza nel momento in cui questi dovranno partire.

Riporto alcune ricette diverse sulla composizione del Kong che ho trovato:

    1) strato di prosciutto - strato di sottiletta - strato di wurstel - strato di sottiletta - strato di formaggio a cubetti - tappo di sottiletta o pane
    2) strato di frolic - strato di sottiletta - strato di fesa di tacchino - strato di sottiletta - strato di simmenthal - tappo di sottiletta o pane
    3) Strato di sottiletta - un wurstel intero piccolo - tappo di sottiletta o pane
    4) philadelfia con tappo di sottiletta e mettere in freezer
    5) yogurt senza zuccheri aggiunti banana frullata o a pezzi e freezer
    6) macedonia di frutta o verdura

martedì 27 agosto 2013

Le eliminazioni inappropriate nel gatto



Si chiama eliminazione inappropriata l'emissione di urine o feci in un luogo diverso da quello preparato dal proprietario (su superfici orrizzontali) che deve essere distinta dalla "marcatura" (fatta su superfici verticali) del tutto fisiologica e messa in atto dal gatto maschio per  comunicare attraverso i feromoni presenti in essa .
Le urine o le feci vengono ritrovate spesso  in luoghi appartati e il gatto è colto mentre elimina in posizione accucciata.


Di solito il gatto fin da piccolino utilizza facilmente la cassetta con la lettiera  perchè già ha appreso questo comportamento dalla mamma. Può succedere però che le cose non sempre vadano così infatti i gatti, in certe situazioni, smettono di sporcare nella lettiera eliminando in altri punti e causano non pochi problemi ai proprietari. Divano, letto, abiti, scarpe, borse, tappeti.... sono tra i luoghi più a rischio e spesso i proprietari sono costretti a richiedere l'aiuto del medico veterinario.
Per prima cosa è importante  capire se alla base dell'anomalia ci sia un problema organico dell'animale come  cistite, stati dolorosi, calcoli vescicali, interventi chirurgici, traumi ed altro. Una volta stabilito che il gatto in esame non ha alcuna patologia in corso spetta al veterinario comportamentalista verificare la natura del comportamento indesiderato.

Tra le cause imputate ci possono essere la lettiera sporca o lettiere troppo profumate, cambi frequenti del tipo di substrato, luoghi non graditi al gatto perchè ritenuti poco sicuri o molto rumorosi o movimentati, ciotole del cibo troppo vicine alla lettiera, attacchi di altri gatti durante le eliminazioni  se in condizione di sovraffollamento.
La cura migliore è sempre la prevenzione che parte da una corretta gestione della cassetta .

All’interno dell’abitazione, ogni gatto dovrebbe avere a disposizione una o meglio due, cassette (aperte o chiuse) contenenti sabbia semi - agglomerante, poco polverosa, con granuli di diametro medio, senza l’aggiunta di deodoranti o sostanze irritanti che si sciolgono esalando cattivi odori.
 Il gatto, una volta diventato adulto, spesso preferisce urinare e defecare in cassette diverse!  È necessario:
- Collocare le cassette lontano dai luoghi particolarmente rumorosi della casa, dalle ciotole del cibo e dell’acqua;
- Nel caso in cui una o più cassette fossero a disposizione anche sul balcone,  è necessario che il gatto possa accedervi senza difficoltà (finestra sempre aperta o applicazione della porta basculante);
- Pulire la lettiera (togliendo la parte sporca di urina e feci) due volte al giorno e gettare l’intero granulato una volta ogni sette – quindici giorni;
Predisporre una cassetta in più rispetto al numero dei gatti presenti.
                                                       Giussani S., Rivista di Zootecnia e Veterinaria, 2012


Per concludere l’eliminazione impropria può essere dovuta al fatto che il gatto percepisce le risorse disponibili (in questo caso la cassettina o il luogo esterno dove dovrebbe sporcare) come insufficienti o poco sicure.
L'aumento della  disponibilità delle risorse e la prevedibilità/controllabilità del contesto da parte del gatto costituisce lo strumento fondamentale per risolvere questo problema.


venerdì 12 luglio 2013

Notizie utili!!!!



La pulce del gatto è della specie Ctenocephaleides felis, gli adulti di questi insetti parassitano abitualmente il gatto ed il cane ma possono pungere altri mammiferi, compreso l’uomo. La loro puntura produce ponfi dolorosi e persistenti. Le larve vivono invece fuori dall’ospite e si nutrono di residui organici. Questi insetti possono infestare locali anche in assenza degli ospiti primari, in questo caso si consiglia di procedere al trattamento degli eventuali animali infestati ed alla disinfestazione con insetticida del locale, eliminando quando possibile il materiale qui presente ed esponendolo all’aria, per eliminare gli stadi immaturi che sono molto sensibili al dissecamento. Le uova sono resistenti agli insetticidi, è quindi necessario effettuare un trattamento ambientale anche dopo la loro eventuale schiusa, a circa una settimana dal primo.



mercoledì 26 giugno 2013

I segnali evocatori

Si definiscono segnali evocatori quei segnali che fanno riferimento ad esperienze vissute dal cane e che vanno a ricordare momenti ben definiti.
Vengono richiamate alla mente del cane tutte quelle esperienze e comportamenti che ha fatto comprese quelle di tipo addestrativo: il segnale permette di ricordare cosa succederà da quel momento compreso il premio da ricevere.
Esempi  di segnali evocatori sono il guinzaglio, la pettorina per i cani da ricerca o per ciechi, il fucile per i cani da caccia, le scarpe per la passeggiata, la macchina per uscire ecc...
Non soltanto le esperienze positive vengono evocate infatti è molto più facile che il cane evochi eventi spiacevoli riferiti a situazioni vissute precedentemente. Un esempio può essere quello di quel cane che soffre il mal d'auto dove il ricordo del forte malessere e disagio può essere motivo del rifiuto  a salire. 
Le emozioni positive attraggono il soggetto verso l'evento scatenante, mentre al contrario le emozioni negative lo allontanano. L'esperienza viene quindi " marcata ".
Gli evocati quindi possono essere piacevoli o spiacevoli e si riconducono a stati emozionali . La gioia, la paura, lo stupore, il disgusto non sono solo stati interiori dell'uomo ma sono condivisi anche da altre specie.
Durante il periodo sensibile e della socializzazione i cuccioli imparano a conoscere cose nuove che saranno in futuro evocate ma tutto quello che non è stato vissuto può diventare un tabù da affrontare per il cane che non riuscirà a leggere comportamenti o situazioni nuove.
Importante allora favorire una vita piena di esperienze positive nei cuccioli mentre nel cane adulto si può provare a recuperare attraverso programmi ricchi di associazioni positive guidati da educatori esperti.

lunedì 27 maggio 2013

Ogni cane può mordere...

Mordere per un cane è naturale, l'aggressività è infatti importante per la sopravvivenza dell'individuo. Spesso il cane che morde è quello di casa o un cane conosciuto, gli ambienti in cui avvengono più incidenti sono quelli domestici. Esistono diversi fattori predisponenti che possono influire sul comportamento del cane, si tratta di fattor individuali, genetici o dipendenti dall'ambiente in cui il soggetto è cresciuto. Fondamentale è la socializzazione primaria dei primi mesi di vita, l'educazione avuta dalla madre, l'ambiente di allevamento o la famiglia dove il cane è cresciuto, le esperienze quotidiane ed eventuali incontri positivi o negativi con altri animali. I conflitti possono nascere tra proprietario e cane ma anche tra cane e cane della stessa famiglia oppure tra il nostro cane e cani esterni. Le motivazioni per un comportamento aggressivo sono inerenti la difesa del cibo, dello spazio, la presenza del proprietario inteso come risorsa da difendere o di un proprietario che insiste nel fare pulizia al proprio cane creandogli una forte irritazione, la difesa del territorio, la predazione, la difesa dei cuccioli ecc...La risorsa diventa il motivo del conflitto e fonte di forte stress per il cane. Si consiglia di non effettuare punizioni fisiche al soggetto per evitare di essere noi stessi a stimolare uno stato di paura e di imprevedibilità che porterebbe il cane a rispondere con ulteriori stati aggressivi peggiorando la relazione.



sabato 18 maggio 2013

Mamma gatta al lavoro



Dopo il parto la mamma gatta si dedica all'allattamento, alle cure parentali dei suoi piccoli e provvede  anche alla loro formazione di adulti attraverso un vero e proprio processo educativo. Per questo motivo si consiglia di non adottare il gattino troppo in anticipo ma di attendere almeno sessanta giorni di età.
Se osserviamo la cucciolata notiamo che già  verso la quarta settimana i piccoli effettuano giochi di lotta corpo a corpo con vocalizzi, mordicchiamenti e graffiature. La mamma mette in atto le punizioni etologiche con piccoli colpetti sul naso o graffiature nell’addome con gli arti posteriori o semplicemente si mette in mezzo per separarli.
Tutto questo può essere utile a lei per stare più tranquilla e quindi non essere disturbata ma in realtà serve molto ai piccoli che imparano gli autocontrolli e i segnali di arresto. I gattini imparano a giocare senza mordicchiarsi troppo forte e imparano ad usare le unghiette senza graffiare durante i giochi.
Nozioni molto utili quindi anche per i futuri proprietari che adotteranno il micetto.
Se l’adozione è precoce il gattino non impara,  mancando i segnali di arresto corre e salta ovunque, graffia e mordicchia ( anche i proprietari) o mantiene comportamenti infantili come succhiare la cute o le coperte.
L' apprendimento per imitazione della madre permette al  gattino di seppellire le proprie deiezioni e di usare la lettiera già a partire dalla terza settimana di età. Giocando  impara ad andare a caccia e la madre si presta ad insegnare le tecniche di caccia con rincorsa alle prede che lei stessa porta ai figli. Per il gattino il gioco svolge un ruolo di perfezionamento dell’attività di caccia. Se la gatta è di casa anche i piccoli si lascieranno avvicinare facilmente dalle persone senza timore o paura quindi sempre merito di mamma gatta la socializzazione alle persone, all'ambiente e a tutte le cose di cui saranno circondati.
Un buon equilibrio emotivo nasce da tante sicurezze e la figura materna è la principale protagonista di tutto questo.

giovedì 9 maggio 2013

L'ambiente appagante del gatto

Il gatto deve vivere in un ambiente che lo soddisfi in tutte le sue esigenze e per fare questo il proprietario deve poter predisporre alcune zone della  casa a suo servizio. Un ambiente appagante per il gatto è quello che rispetta i  suoi fabbisogni etologici. Nella casa verranno allestite alcune zone con  scopi specifici come la zona di alimentazione, la zona di riposo, la zona di caccia  e di gioco, la zona di eliminazione. Creare dei nascondigli con scatole o lasciare semplicemente una busta della spesa sul pavimento stimola il gatto  a saltarci dentro e a curiosare, se poi i nascondigli sono in alto tanto meglio!
I gatti amano la verticalità quindi sfruttare le potenziali altezze  in casa permette  un miglior utilizzo degli spazi. Lasciamo un ripiano della libreria libero, una mensola disponibile, una finestra  con mensola sottostante per vedere fuori, lasciamo salire il gatto sull'armadio e se possibile lasciamogli scegliere quali luoghi gli permettono una maggire tranquillià per isolarsi. Lo spazio tridimensionale facilita la vita e la giornata del gatto sopattutto in case molto piccole.

Questi campi territoriali sono marcati dal gatto con feromoni rilasciati dalle marcature facciali, urinarie e con  le graffiature. Il gatto struttura il suo territorio e pratica sentieri invisibili che collegano le diverse aree tra di loro.
Un ambiente privo di stimoli e silenzioso è incompatibile con le esigenze etologiche del gatto, meglio quindi prevenire le problematiche comportamentali. Se possibile lasciamo uscire il gatto all'esterno o in balcone con la gattaiola per evitare di avere le aggressioni sul proprietario tipiche del gatto che resta sempre al chiuso.

venerdì 19 aprile 2013

Educare e non punire.

Non  punite il vostro cucciolo se rientrando a casa trovate feci ed urine sparse. Il cucciolo per i primi tempi non controlla ancora bene gli sfinteri, sente di essere sgridato, ma non collega il motivo di tale atteggiamento nei suoi confronti.
Per educare un cucciolo a non sporcare in casa si consiglia di non sgridarlo. Il cucciolo ripreso può pensare che davanti a quella persona non sia opportuno fare quella cosa ed eviterà di farlo anche quando lo si accompagna in passeggiata mentre appena rientrato a casa solo e  tranquillo fa succedere il guaio. E' la classica situazione in cui i proprietari riferiscono che il loro cane fa i “dispetti”, in realtà il cane semplicemente non è mai restato solo o abbastanza lontano dal proprietario per rilassarsi ed evacuare. Urlare, picchiare con il giornale, mettere il naso dentro le feci o sculacciare non serve a nulla, se non a far sì che, davanti a tale persona, il cucciolo si senta in grande timore e paura. E' corretto invece dire no “in flagranza di reato” e dopo accompagnarlo subito fuori.Uno dei problemi principali della punizione è l'ansia che il proprietario può far nascere nel cucciolo se effettua la punizione tardiva in quanto se eseguita in ritardo diventa imprevedibile per il cane. 

Il cucciolo per imparare deve essere premiato nel momento giusto cioè non troppo in anticipo e neppure troppo tempo dopo l'eliminazione, poiché si potrebbe premiare l'azione sbagliata. E' questo un rischio che si corre come proprietari apprensivi e desiderosi di ottenere un risultato. Quando un cane decide di evacuare assume una serie di atti motori ben distinti come annusare, girare su se stesso, accucciarsi, girarsi ancora, eliminare, annusare ed andarsene via. Se il proprietario lo premiasse nel momento in cui tende a piegare le zampette posteriori ( quindi troppo presto) si rischia di premiare un “ quasi seduto”. Sono molte le situazioni che non ci piacciono dei nostri cani. Il consiglio è sempre di evitare le punizioni fisiche che possono favorire comportamenti di aggressività. La paura, l'irritazione, la frustrazione, la competizione, sembra siano alla base di comportamenti di aggressione verso i proprietari da parte di quei cani che un tempo venivano definiti dominanti ma che in realtà esprimono una problematica da diagnosticare che spesso nasce da una relazione di partenza non corretta.

venerdì 5 aprile 2013

La corretta gestione

Quando il cane arriva nella famiglia di adozione i proprietari insieme al loro veterinario devono prepararsi a gestire bene il nuovo arrivato. Vivere all'interno del branco familiare per il cane equivale a vivere nel branco in natura, secondo informazioni che vengono tramandate di generazione in generazione e antiche come la storia del cane. E' importante organizzare delle regole e impostare il corretto posizionamento sociale senza imporre nulla anzi cercando di favorire una collaborazione gradita tra la famiglia e il cane stesso. Si parla di gestione delle risorse partendo da quelle alimentari ma pure di tutte quelle cose che possono essere interessanti per il cane. Il proprietario attraverso il "pasto di branco" insegnerà al cane ad aspettare il momento giusto per alimentarsi. Quando tutti gli adulti di casa avranno terminato il loro pasto  a questo punto il nuovo arrivato potrà accedere finalmente alla risorsa cibo come giovane del branco. Questo consiglio è valido naturalmente per quei cani che vivono in casa. Se invece i pasti vengono dati in momenti differenti dal pranzo e dalla cena non sarà indispensabile adottare il metodo di dare cibo dopo i proprietari. Sempre sul cibo la regola importante è anche quella di non concedere bocconcini dal tavolo anche se vengono richiesti con insistenza ma destinare i nostri " regali" solo al termine del pasto. 

                                                           La gestione delle iniziative
Il proprietario deve essere in grado di decidere qualsiasi tipo di interazione in modo autonomo e non perchè gli venga suggerito dal suo cane. L'iniziativa di uscire con il cane al guinzaglio può essere un esempio. Se il cane  quando arriva l'ora solita per uscire si porta davanti al guinzaglio o alla porta è consigliabile ignorarlo fino a  quando si mette tranquillo. Appena possibile   noi stessi lo inviteremo a fare ciò che prima  ci era stato richiesto cioè uscire in passeggiata.
In passeggiata i cani hanno particolari preferenze sui percorsi. E' bene non lasciarsi influenzare dalle loro richieste ma decidere noi, in modo autonomo, quale direzione prendere.
Anche le richieste di carezze o di gioco vanno ignorate se troppo frequenti ed insistenti. Quando il cane si  tranquillizza possiamo chiamarlo vicino, accarezzarlo o proporre un gioco. L'ordine di accesso relativo alla decisione di chi deve passare per primo dalla porta va sempre gestito dal proprietario facendo aspettare il cane.
Questi consigli non tolgono nulla al nostro cane, va solo rimandata di poco la sua richiesta andando poi a proporla noi in un secondo tempo.  Il cane vivrà uno stato di maggiore tranquillità perchè siete voi a pensare a tutto ( azione ansiolitica).
Non dare al cane l'opportunità o il compito di gestire le relazioni che si vengono a realizzare all'interno del gruppo familiare; porre attenzione a queste scansioni di gestione è molto importante perché consente di aumentare l'accreditamento del pet-owner e la docilità del cane nonché di favorire tutte le attività che si vogliono compiere sul cane. In pedagogia cinofila parliamo di assunzione dell'onere di gestione e non di privilegio del diritto di gestione, considerando le caratteristiche sociali del cane; la gestione delle prassi ordinarie è il modo per fare una pedagogia permanente, ovvero non confinata al solo momento trasmissivo, e richiede da parte del pet-owner doti di costanza e coerenza. (Marchesini -Glossario Siua)